giovedì 23 febbraio 2012

La rete wysiwtwyts

Scusate il titolo cervellotico. Ma se seguite il discorso di Eli Pariser qui sotto, capirete. Wysiwig è l'acronimo che ha descritto negli anni '80 lo sviluppo di una interfaccia grafica che desse sul monitor una versione abbastanza fedele dell'output, in genere della stampa. What you see is what you get. Ciò che vedi è come ciò che avrai.
Eli Pariser invece ci mostra una nuova dimensione critica, del web. La sempre maggiore preoccupazione di personalizzare i risultati e di riuscire a fornire in modo quasi preveggente ciò che cerchiamo, sta creando un effetto di atomizzazione del web. La rete non è più uno spazio uguale per tutti, i motori di ricerca e i social network ce ne presentano un'immagine che è sempre più specchio delle nostre presunte inclinazioni, diversa per ognuna di noi e quindi meno illuminante, meno potenzialmente innovatrice.
What you see is what they want you to see. Ciò che vedi è ciò che vogliono che tu veda.
Il libro che illustra questo processo e ne indica i pericoli è The Filter Bubble.

Notizie: lunghe e riflessive

Sta per partire, se raccolgono in tempo i fondi necessari, un progetto di giornalismo fondato sulla qualità e sull'approfondimento. Una direzione opposta a quella che ci fornisce un frullato sempre più monotono e insignificante di notizie che non lo sono.
Si chiama Matter.