martedì 6 giugno 2017

La privacy al tempo dei social media


Social media è un'espressione generica che indica tecnologie e pratiche on line che le persone adottano per condividere contenuti testuali, immagini, video e audio. In questo spazio gli individui, quasi sempre involontariamente, sacrificano la propria riservatezzi; Ragazzi che espongono i loro segreti più intimi e le proprio fotografie per gioco o per amore, genitori inesperti della rete, professionisti che mettono a rischio i loro contatti di lavoro, molestatori e cyberbulli che pensando di essere protetti dall'anonimato colpiscono le persone più deboli. L’evoluzione della rete, con lo sviluppo dei social network, ha trasformato l’uso di internet da parte dei cittadini e ha posto problemi nell’ambito della tutela della privacy, tali problematiche hanno spinto la Commissione Europea ad aggiornare le regole sulla protezione dei dati personali come quelle relative al consenso informato.

sabato 3 giugno 2017

Felici o infelici? Lo Smart Working come ‘filosofia di vita’

di Marina Mongillo


Il 29 gennaio 2014 un gruppo di parlamentari, prima firmataria Alessia Mosca, hanno predisposto e avanzato una proposta di legge dal titolo “Disposizioni per la promozione di forme flessibili e semplificate di telelavoro”, in quanto tale forma lavorativa, nella stragrande maggioranza dei casi, è fortemente sottoutilizzata. Così esordisce:
ONOREVOLI COLLEGHI! — Lo Smart Working è una modalità di lavoro innovativa basata su un forte elemento di flessibilità, in modo particolare di orari e di sede. Il futuro dell’organizzazione del lavoro passa necessariamente da qui: lì dove il lavoro incontra le nuove tecnologie, infatti, nascono occasioni che non possiamo permetterci di ignorare e che ci portano a un importante cambiamento di mentalità.

Sono ormai passati più di tre anni da quel 29 gennaio, ma di lavorare in modalità Smart in Italia – soprattutto nelle grandi aziende – già si discuteva e, dopo ben 3 anni, il 10 maggio scorso è stato approvato dal Senato il disegno di legge recante misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e del lavoro agile, in attesa solo della pubblicazione ufficiale in Gazzetta. 
Le statistiche dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano evidenziano come dal 2013 al 2016 ci sia stato un aumento del +2% con una stima di 250.000 Smart Worker, principalmente uomini residenti al Nord Italia, ma anche il genere femminile sta aumentando. Questo approccio al mondo del lavoro viene assunto come una ‘filosofia di vita’. Carl William Brown sosteneva di quanto la filosofia potesse fare bene, ma allo stesso tempo nella ricerca della felicità si andava a sbattere contro la scoperta dell’infelicità. 

venerdì 2 giugno 2017

Il tempo del lavoratore nell'era digitale

di Laura Sannini

Da sempre l’uomo investe un enorme quantitativo di risorse per l’avanzamento tecnologico in modo da velocizzare i processi fisici ed ampliare le facoltà intellettive, tanto nella quotidianità quanto in ambito lavorativo; ciò che manualmente richiederebbe ore, forse giorni, con l’ausilio macchinico prende pochi minuti, a volte pochi attimi, ma questa velocità nel creare riesce davvero a far risparmiare tempo e lavoro all’uomo?
Accantonando il dilemma filosofico sorto agli inizi dell’età moderna (la macchina è un’alleata del lavoratore o una nemica che sottrae il posto alla mano umana?) l’attenzione si pone sull’interazione lavorativa tra l’uomo e la macchina: molti mestieri, come il postino, l’operatore telefonico o l’operatore bancario, stanno pian piano scomparendo, velocizzati e rimpiazzati da mezzi più potenti (l’e-mail, le registrazioni e i siti internet) o tipi diversi di occupazioni più adatte al nuovo panorama tecnologico come l’ingegnere informatico o il nomade digitale.
Queste figure professionali più specifiche modificano il panorama socio-economico inserendosi nel mondo del lavoro con nuove competenze e differenti metodi operativi, i quali portano anche un’etica professionale in linea con i bisogni del cliente, in quanto luoghi e modalità di lavoro sono cambiati radicalmente: molti di questi mestieri permettono di agire da qualsiasi luogo sia dotato uno strumento di trasmissione delle informazioni (che si tratti dell’ufficio postale o dell’applicazione di messaggistica istantanea Telegram).

giovedì 1 giugno 2017

Il caso “He Will Not Divide Us”: il furto della bandiera anti-Trump e il concetto moderno di privacy

“Siamo tutti rintracciabili”, “con Internet nulla è più segreto”, “la privacy non esiste più”: queste sono solo alcune delle frasi ricorrenti all’interno della nostra società iperconnessa che implicherebbero una fragilità crescente negli ambiti della privacy e della segretezza, ma quanta verità di fondo c’è effettivamente in esse?
Un evento recente ha in qualche modo supportato queste ipotesi: la community di 4Chan è riuscita a scovare in poco tempo un oggetto reso appositamente impossibile da trovare utilizzando solo una serie di servizi online gratuiti, un social network e una buona dose di lavoro di squadra.

Amazon Mechanical Turk: un esempio di digital labour

La diffusione delle nuove tecnologie ha rivoluzionato il mondo: le istituzioni, le qualifiche e i modelli di consumo sono cambiati e con essi il mercato del lavoro. Si stanno affermando sempre più nuove modalità di lavoro che si basano su valori quali flessibilità e leggerezza. Stiamo assistendo al consolidamento di una società che costringe gli individui a vivere in condizioni sociali instabili e frammentate, infatti i sentimenti più diffusi sono l'ansia e l'incertezza per il proprio futuro.  Oggi giorno le persone cercano di abituarsi a questo nuovo stile di vita altamente flessibile al punto tale da accettare anche stipendi miserabili pur di lavorare e di dare un senso alla propria vita.
L'esempio preso in considerazione per analizzare le nuove tipologie di lavoro digitale è Amazon Mechanical Turk, ne avete mai sentito parlare?


Perché gli adolescenti sembrano strani in rete?

di Annabella Candia

Danah Boyd nel suo libro "It's complicated. La vita sociale degli adolescenti sul web" racconta come oggi, gli adolescenti, siano fortemente attratti dai social media. Facebook, Twitter, Instagram, la messaggistica istantanea e
altri rappresentavano per gli adolescenti di allora. Li usano più o meno per gli stessi motivi per cui le generazioni precedenti andavano ai balli scolastici, si riunivano nei parcheggi, colonizzavano i cortili delle case o tenevano occupato il telefono per ore. Molti degli adulti credono che la propria infanzia sia stata più ricca, più bella, più semplice e più sicura dell’esperienza dei giovani contemporanei mediata dalla tecnologia; associando l’ascesa della tecnologia digitale al declino sociale, intellettuale e morale.
Meyrowitz afferma che i media elettronici facciano collassare facilmente dei contesti apparentemente disconnessi. " Un esempio è Carmichael, attivista americano per i diritti umani, che nei suoi comizi usava stili linguistici diversi in base al tipo di pubblico. Ma quando ha cominciato attraverso radio e tv è stato costretto a scegliere il linguaggio e a selezionare il pubblico. Un collasso del contesto avviene quando si è costretti ad affrontare nello stesso momento contesti sociali altrimenti senza relazione fra loro e con norme diverse, e che apparentemente richiedono risposte sociali diverse." Gli adolescenti, quando interagiscono con i social media, devono sempre confrontarsi con contesti collassati e pubblici invisibili. Se decontestualizzato, quello che gli adolescenti fanno e dicono sui social media sembra strano, se non problematico. È importante pensare al pubblico a cui l’adolescente si rivolge, al di là di chi effettivamente legge. Purtroppo capita che gli adulti credano di capire ciò che vedono sul web, senza considerare come gli adolescenti immaginassero il contesto postando una particolare foto o un commento. La capacità di capire come contesto, pubblico e identità siano legati fra loro è una delle sfide essenziali per comprendere come muoversi nei social media. E nonostante tutti gli errori che possono fare e fanno, gli adolescenti sono spesso gli apripista nell’immaginare come navigare in un mondo connesso in cui contesti collassati e pubblici immaginati sono la norma.