lunedì 28 aprile 2014

Vivere di Open Hardware: il caso Arduino

Arduino UNO R3 e una moneta da un euro
Arduino UNO R3 - Foto di Paolo Luongo
Perché condividere i circuiti elettronici, frutto di lavoro ed esperienza, usando la licenza Creative Commons?

L' open hardware è sempre più diffuso, ma non tutti sanno bene cosa sia. L' idea è la stessa del software open, ossia mostrare il codice sorgente del proprio lavoro perché possa essere modificato, migliorato e adattato alle proprie esigenze, ma estendendola anche ai circuiti elettronici. Si sviluppa un progetto elettronico e lo si rende pubblico con tutte le istruzioni necessarie alla sua realizzazione.


Dov'è il guadagno in un simile comportamento? Il guadagno non è immediato e come spiega Y. Benkler, sta nella possibilità di fornire consulenze e personalizzazioni sul lavoro fatto oltre ad accrescere la propria reputazione in rete. E' sempre importante avere una buona reputazione nella rete, farsi conoscere ed essere visibile, proponendosi come consulente ed esperto. Inoltre, condividendo la propria passione, si possono creare piccole comunità di potenziali utenti. Il caso più noto e che ha creato una comunità di sviluppatori e di utenti affezionati è Arduino, vediamo perché .

giovedì 10 aprile 2014

Tecnologia: utensile-specchio per l'artigiano moderno

"Fare è pensare". Questa è l'intuizione che ha guidato Richard Sennett - sociologo americano - nella stesura dell'opera The Craftsman dove, servendosi di continui andirivieni temporali, ha voluto enfatizzare le caratteristiche dell'artigiano, emblema dell'abile lavoratore la cui attività da sempre esprime arte, sapienza e perizia.

Per l'autore essere artigiani è un impulso umano che prescinde il talento, è la manifestazione nel lavoro del valore del "far bene per se stessi" che spinge l'essere umano al continuo miglioramento.
Per anni siamo stati orientati verso l'accettazione di personaggi eccezionali, dal talento innato, dimentichi che le società definite tradizionali - a partire dalla Grecia arcaica - erano fondate sulla trasmissione generazionale delle abilità tecniche. In tali contesti la parola "genio" non aveva ragione di esistere, lo sviluppo della perizia artigianale, il diventare un esperto e capace falegname, scultore o musicista era solo la normale conseguenza delle norme sociali vigenti. L'attitudine all'essere artigiano risiede tutta nell'esercizio della tecnica, nella ripetizione che cambia man mano che sviluppiamo destrezza. Volendo usare le stesse parole di Sennett, "l'abilità è una capacità pratica ottenuta con l'esercizio".

Sulla strada della costruzione del proprio talento, un grosso ostacolo che incontra l'artigiano moderno è costituito dalle macchine. Se nel periodo della rivoluzione industriale la minaccia era fisica (riduzione del lavoro umano a favore di strumentazioni che non risentivano della stanchezza e avevano prestazioni nettamente superiori) oggi la minaccia è nuova, e di tipo intellettivo.

Prevedere il futuro con i big data


Minority Report, film del 2002 di Steven Spielberg, tratto da un racconto di Philip K. Dick, narra di una società futura in cui la polizia è in grado di prevedere i crimini e arrestarne preventivamente i colpevoli.
Fantascienza? Non proprio. Dal 2006, infatti, nella città di Memphis è in funzione il programma Blue CRUSH (Crime Reduction Utilizing Statistical History), che dopo aver analizzato dati di varia natura è in grado di prevedere con una relativa precisione dove e quando è più probabile che la legge venga infranta.
Allo stesso modo il Dipartimento di Sicurezza interna degli Stati Uniti ricorre a FAST (Future Attribute Screening Technology) per individuare potenziali terroristi monitorando i segni vitali, il linguaggio del corpo e altri dati dei sospettati.
Ciò che accomuna questi due sistemi, oltre all'acronimo cool, è il fatto che entrambi basano le loro previsioni sull'analisi e, soprattutto, sulla correlazione di una vastissima quantità di dati.
Nè Blue Crush né FAST sarebbero stati possibili fino a qualche anno fa, in un'epoca caratterizzata dalla scarsità di informazioni disponibili.
Il progresso delle tecnologie informatiche ha aumentato la facilità e la possibilità con cui raccogliere e immagazzinare dati (non a caso si parla di information explosion), ormai disponibili dalle fonti più eterogenee.
Negli anni '90 per indicare le crescenti raccolte di dataset è stato coniato il termine big data.
Sono state individuate tre caratteristiche principali di questo tipo di dati: il volume (di dimensioni enormi), la velocità (di analisi sempre più rapida) e la varietà (in quanto dati provenienti da fonti diverse). A questo modello, comunemente chiamato delle 3 V, spesso si aggiunge un'ulteriore caratteristica: la veridicità, per indicare la qualità informativa dei dati.