mercoledì 27 marzo 2013

L'uso smodato di strumenti tecnologici allontana le persone?

Adolescenti troppo immersi nei social on-line, adulti le cui conversazioni faccia a faccia sono continuamente interrotte da chiamate e sms, anziani affidati alle cure di robot, tutto questo sta degenerando in seri problemi sulla psiche umana. Le conseguenze di un uso eccessivo di strumenti tecnologici, mosso dal costante bisogno di essere sempre connessi e sempre in contatto con gli altri, conduce all'incapacità di stare da soli e a temere l'isolamento sociale.
Sherry Turkle, definita l'"antropologa del cyber-spazio", una delle massime esperte degli effetti della cultura digitale sulla società e attualmente insegnante di sociologia della scienza al MIT  di Boston, in un suo recente libro, " Alone together", esplora l'impatto sociale e psicologico delle nuove tecnologie nei Paesi avanzati. Studia come i dispositivi elettronici e i nostri profili on-line stiano ridefinendo le relazioni umane e la capacità di comunicare face to face. La Turkle invita tutti noi a riflettere sulle connessioni che davvero desideriamo avere per il nostro futuro.


Sherry Turkle: Connected, but alone?



venerdì 22 marzo 2013

Il potere silenzioso della rete

Il tema del potere digitale è uno degli argomenti trattati con maggior interesse da quanti si occupano del web: nel dibattito attuale intorno ai media digitali, questo aspetto ha assunto una rilevanza consistente. Va tuttavia rimarcato che gran parte dell’attenzione è rivolta soprattutto agli aspetti politici o ideologici della questione mentre minor rilievo è destinato agli aspetti organizzativi, relazionali e tecnologici, ai loro intrecci sul piano comunicativo/progettuale e ai possibili sviluppi delle loro dinamiche di co-determinazione. 
E’ lungo la traiettoria di queste contingenze che è possibile cogliere le forme di legami emergenti che intrecciano gli aspetti organizzativi, le affordance tecno-mediali e i bisogni attuali dei cittadini/utenti, colti sullo sfondo di relazioni reticolari animate da dati digitali. Gli algoritmi sono dappertutto, non solo nei laboratori di biotecnologia. Non c’è campo della vita quotidiana, dalla circolazione dei treni al funzionamento dei semafori, dalle ricerche agli investimenti in Borsa che non sia governato da formule matematiche. Alcuni sono famosi, come “PageRank”, il sistema di classificazione delle pagine web che ha fatto di google il motore di ricerca più usato al mondo. Ma gli algoritmi non si limitano a svolgere compiti semplici, stanno diventando sempre più complessi, potenti, capaci di imparare e di diventare autonomi. Fino a pochi anni fa tutti i dati di un algoritmo potevano stare in un computer e in un luogo fisico ben preciso. Oggi le masse di dati prodotte da Google, Facebook, Twitter, che contengono informazioni fondamentali, sono così enormi da essere distribuite su una rete vastissima di server collegati in rete. 

“Self-organized learning”

Sugata Mitra, professore di educational technology presso l'Università di Newcastle, è il vincitore del TED Prize 2013. Mitra propone un approccio completamente nuovo alla formazione, che potrebbe smantellare il secolare metodo d'insegnamento. 
Attraverso il suo progetto, noto come "Hole in the Wall", Mitra ha dimostrato che, in mancanza di vigilanza o di un insegnamento formale, i bambini, stimolati dalla curiosità, possono apprendere autonomamente e attraverso la condivisione di conoscenza.