lunedì 16 aprile 2018

La pirateria: necessità di un approccio storico




  Una donna fissa intrepida un computer, sul cui monitor si staglia una macabra- e poco realistica- pagina web, intitolata "Feature Films. Download".
  Un uomo, in maniera goffa e decisamente poco furtiva, traffica con la portiera di un'automobile, cercando insistentemente di aprire il veicolo- di cui chiaramente non è il proprietario.
  Un distinto signore in giacca e cravatta, camminando fra le sedute di un bar all'aperto, afferra la borsetta di un'ignara donna seduta ad uno dei tavolini.
  Queste immagini, all'apparenza piuttosto diverse fra loro,a ben vedere hanno qualcosa in comune: esse vogliono tutte rappresentare dei furti e, assieme ad altre scene di stampo simile, sono parte del noto spot contro la pirateria che chiunque sia andato al cinema o abbia affittato un Dvd nel primo decennio degli anni 2000 sicuramente ricorda.
  Lo spot, che venne anteposto a più di 70 diverse pellicole cinematografiche, mostra, con toni piuttosto apocalittici, degli atti illegali, accostandoli alla pratica di scaricare film online: il tutto è spiegato, in chiusura, dal sillogismo "Scaricare da Internet film piratati è come rubare. Rubare è contro la legge. La pirateria è un reato.".
  Questo breve ma iconico spot pubblicitario è solo una delle svariate testimonianze dell'ossessione tutta occidentale contro la pirateria. 
  La pirateria, che seguendo un suggerimento di Adrian Johns mi limiterò a definire come un "atto di riproduzione illegale", è un tema tanto attuale quando fondato e fondante nel processo di costruzione dell'identità culturale (e sociale, economica e politica) dell'Europa e dell'America.
  Secondo Johns- che nel suo testo "Pirateria" ripercorre la storia di questa "da Gutenberg a Google"- la ragione della rilevanza di tale tema risiede proprio nelle caratteristiche del mondo contemporaneo: se nel XIX secolo la medaglia d'oro come motore della società era conferita alla fabbrica, e nel XX secolo all'energia, oggi sul podio troviamo la conoscenza, la creatività e l'immaginazione. Non sorprende, dunque, che in questo contesto la contraffazione del prodotto intellettuale sia percepita come un'immensa minaccia, andando essa ad intaccare i processi fondamentali che consentono la creazione, la distribuzione e l'utilizzo di idee.
  Dunque la nascita della pirateria, coincidente con l'avvento della stampa, e la sua evoluzione nel corso dei secoli, sono gli argomenti centrali del volume di Johns. In particolare, insiste il professore dell'Università di Chicago, l'approccio storico è fondamentale, poiché esso solo è in grado di fare chiarezza sulle caratteristiche, sul funzionamento e- perché no- sul destino di questo fenomeno.
  A questo proposito, è interessante riflettere su perché non sia consuetudine diffusa affrontare il tema della pirateria secondo un approccio diacronico: i termini contraffazione, copia e plagio sono delle constanti nel nostro vocabolario e ci ricordano continuamente l'importanza del criterio di proprietà- in particolare in questo caso di proprietà intellettuale. Proprio perché si tratta di un argomento tanto attuale, la pirateria viene considerata come un fenomeno scaturito dal nulla, una singolare novità propria del periodo storico che del nuovo e del cambiamento ha fatto la sua cifra distintiva.
  La società contemporanea, che si racconta come la rivoluzionaria era dell'informazione, è abituata a percepire se stessa come una rottura netta con il passato, uno scoppio improvviso piuttosto che il risultato di una trasformazione progressiva; è per questo che alla pirateria, trasgressione tipica del presente, non è concesso di avere una storia ma, al massimo, una preistoria, fatta di avvenimenti rari, casi isolati e ancor più di rado raccontati, analizzati e motivati.
  Adrian Johns invece dal canto suo, ci rivela come la pirateria, lungi dall'essere un fenomeno confinato ai bit, ai torrent e ai donwload illeciti, sia stata decisiva nel plasmare la società in cui viviamo: da essa scaturirono infatti- e non il contrario- il concetto di copyright e quello di proprietà intellettuale; essa fu parte attiva- e decisiva- nelle battaglie che si svolsero a cavallo delle frontiere e fra le nazioni (basti pensare al caso dell'Irlanda, in cui l'editoria pirata nel diciassettesimo secolo assurse a fonte di forza patriottica, baluardo autoctono contro la tirannia della madrepatria). 
  È per questi motivi, che quello attorno alla pirateria si presenta come un discorso ancora inesaurito, forse inesauribile, che congiunge assieme le storie della letteratura, della politica, dell'arte e dell'economia, qualificandosi come riflessione necessaria riguardo alla contemporaneità e la sua genesi. Allora, il discorso storico sulla pirateria, corrisponde ad un discorso sulla modernità tutta e, in ultima analisi, tracciare una sua storia, equivale a tracciare una visione trasversale della stessa storia della civiltà umana.

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