lunedì 16 aprile 2018

Solitudine Digitale di Manfred Spitzer


“Né le teste, né la salute dei nostri figli devono essere lasciate in balia del mercato !”
Nella società odierna uno dei bisogni fondamentali dell’uomo risiede nella necessità di colmare il senso di vuoto che solitudine, alienazione dell’individuo rispetto al contesto di riferimento generano. Tale disagio è maggiormente avvertito nella fase adolescenziale, periodo estremamente delicato dell’individuo, nel quale prende a manifestarsi l’uso-abuso di sostanze, che assumono, appunto, il ruolo di colmare il vuoto esistenziale.
Il rinomato psichiatra tedesco Manfred Spitzer, nel suo scritto “Solitudine digitale”, distingue e descrive dettagliatamente la dipendenza da sostanze e quella senza sostanza. Per Spitzer, non soltanto le sostanze  alteranti possono causare dipendenza, ma anche comportamenti estremi ripetuti nel tempo da soggetti particolarmente predisposti. Il gioco d’azzardo ne è un esempio emblematico. Esso viene considerato come la prima dipendenza non legata a sostanze e la psichiatria lo valuta alla stregua di una vera e propria patologia. Per quanto concerne le dipendenze da sostanze (alcol e droga), dove si rileva in taluni casi il carattere ereditario, può accadere che le vittime non abbiano sviluppato, alla base, alcun disagio psicologico, con il conseguente carattere “democratico” di siffatta forma di dipendenza, atta a colpire un numero indeterminato ed indistinto di soggetti. Esempio eclatante della diffusione di dipendenza da sostanze stupefacenti risale agli anni sessanta-ottanta, allorquando l’ eroina divenne un serio problema sociale, causando migliaia di morti. L’eroina è un anestetico, non solo del corpo ma anche dell’anima, in quanto crea un’indifferenza emotiva, che soppianta tutti i bisogni primari.  Anche l’uso smisurato di internet e videogiochi può creare dipendenza, sebbene vada chiarito che internet non è assolutamente un programma finalizzato a sviluppare dipendenza, a differenza dei videogiochi. Vari studi hanno dimostrato che un utilizzo intensivo (più di cinque ore al giorno) di internet/ videogame, correlati a problemi di depressione, possono aumentare il rischio che si sviluppi una dipendenza. Anche il precoce approccio dei bambini alle tecnologie informatiche non fa altro che incrementare il diffondersi di tale problematica, ormai su scala mondiale.
Spitzer afferma: “Facebook soddisfa il nostro bisogno di rapporti sociali come i popcorn soddisfano il nostro bisogno di cibo” , paragonando l’assunzione di tale insano alimento, che crea solo l’illusione di soddisfare l’appetito, con il ricorso al mezzo facebook, idoneo a generare la mera illusione di instaurare rapporti sociali. Parimenti, come l’abuso di popcorn può procurare malattie fisiche, così l’uso massiccio di facebook, generato dall’esigenza di colmare i vuoti della solitudine e di sopperire all’incapacità di relazionarsi con gli altri, può causare seri disturbi psicologici.
Vari studi di ricerca inquadrano l’utilizzo reiterato di facebook come una vera e propria forma di dipendenza, al pari di quella da sostanze ed altamente dannosa per l’individuo.


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