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giovedì 22 maggio 2014

Intelligenza collettiva o stupidità? Il dibattito sulla rete e il pensiero

"Internet  ci rende più stupidi?" È questa la domanda che si pone Nicholas Carr in un articolo apparso sul The Atlantic nel giugno 2008, in cui l'autore, preoccupato dalla diminuzione della sua capacità di concentrazione nella lettura , rintraccia la causa del suo continuo "perdere il filo" nella diffusione del Rete, avvenuta negli ultimi anni.

Secondo Carr, il Web è senza dubbio una benedizione, poiché permette di avere accesso in pochi istanti ad una gigantesca mole di informazioni . Questa invenzione sta però avendo profondissimi effetti sul nostro modo di pensare, ridisegnando i nostri circuiti neurali.  Egli afferma, con un'arguta metafora, di essersi trasformato da un <sommozzatore  che si immerge in un mare di parole>> ad un << tizio su uno jet ski che sfreccia sulla superficie>>.  È dunque questo il punto. Tutto ha a che fare con la questione della "profondità" del pensiero.

La nostra mente è diventata capace di muoversi con velocità nel flusso di informazioni che circola sul Web, saltando con abilità da un sito all'altro e scansionando con sorprendente rapidità un gran numero di fonti. Essa, guidata dal principio della massima efficienza, è in grado di ritrovare esattamente quello che cerca, muovendosi nello sconfinato archivio di dati  on line.