mercoledì 21 maggio 2014

Il mobile tra evoluzione e rivoluzione

I sistemi di comunicazione mobile che oggi sono di comune utilizzo nel tempo hanno subito mutazioni enormi; ciò che oggi ogni singolo utente è in grado di fare agli albori non era lontanamente pensabile pochi decenni fa.

Comunicare in mobilità: significati

Il 1969 fu l'anno del primo sbarco dell'uomo sulla luna, un evento epocale. Milioni di individui incollati agli schermi televisivi erano in trepidante attesa. Durante lo stesso evento vi fu un altro episodio di altrettanta importanza: la prima comunicazione tra individui con dispositivi che comunicano tramite onde radio, la chiamata di Nixon agli astronauti. Negli anni '70 Martin Cooper e Joel Engel, rispettivamente impiegati in Motorola e Bell Labs, intrattengono comunicazioni atte all'alimentazione di una competizione tra soggetti che nel 1973 ha il suo punto di svolta con la chiamata da parte del primo con  il primo telefono mobile. James Katz in Handbook of Mobile Communication Studies ci ripropone questi due episodi chiave per farci comprendere come la comunicazione senza fili possa essere dotata di significati simbolici, trasmettere informazioni, permettere la ricerca di assistenza o alimentare una competizione.

Storia e dati

Il primo cellulare come detto fu realizzato da Motorola nel 1973 ma fu solo nel 1984 che venne messo in commercio il primo modello che  era il Motorola DynaTAC 8000X. Da allora numerosi modelli di cellulare si sono susseguiti. Di seguito ne ricorderemo alcuni:

Come è possibile osservare dal grafico sottostante


Dal 1986 al 2007 stando ai dati divulgati dall'OECD è possibile osservare quanto nel tempo, a livello mondiale, i fruitori di contratti per la connessione mobile siano aumentati.

Nel 1985 vi erano 750.000 sottoscrittori, nel 1987 2.500.000, oltre 11.000.000 nel 1990, oltre 1 miliardo nel 2002 e nel 2007 3,3 miliardi. Stando a questi dati, ci si aspetta che nel tempo il numero sia aumentato.

I primi cellulari erano poco più che dei telefoni senza filo; permettevano all'inizio la semplice chiamata, col tempo lo sms. Nel 1998 le cose iniziarono a cambiare con la nascita del Symbian, un sistema operativo mobile, che oggi ben poco viene utilizzato e sviluppato dai produttori. Dagli anni 2000 si potè iniziare a navigare tramite protocollo Wap ( chi non ricorda i Nokia 3310 e 3330 ), una vera e propria rivoluzione. Ormai l'accesso alla rete era possibile anche da device mobili. Col tempo si riuscì perfino ad iniziare ad implementare la fotocamera all'interno del device stesso ( Sharp J-sho4 il primo ) o tramite aggiunta di componenti hardware esterne. Hardware che mantiene la propria importanza in relazione al fatto che sia supportato da un sistema operativo in grado di sfruttarne le potenzialità. Oggi i sistemi operativi hanno una grande importanza poichè solo grazie alla loro architettura è possibile fruire delle potenziali esperienze che i device possono fornirci. Un hardware ben strutturato, con un software non altrettanto sviluppato non è competitivo sul mercato.
Oggi l'avanzamento è tale che queste piccole rivoluzioni sono quasi dimenticate. iOS ed Android permettono di gestire device molto più potenti e molto più duttili. Foto, video, navigazione, geolocalizzazione sono il minimo che uno smartphone possa permettere, oltre alla chiamata ed all'invio di sms.

Competitors

Negli anni la lotta tra i produttori di os mobile è andata crescendo. I dati rilevati dalla Kantar nei Q4 del 2012 e 2013 mostrano il predominio di Android.


L'Os che domina nel mercato è Android seguito da iOS, Windows, Blackberry ed altri. Nell' infografica è possibile notare come i primi tre os abbiano cospicue quote di mercato. Google distribuendo il suo sistema a diversi produttori ( le fasce di prezzo sono le più varie, cosa non da poco ) oltre a produrre una linea propria ( Nexus ) di smartphone e tablet tramite partnership, oltre al fatto che sempre più si creino sistemi in grado di interfacciarsi con semplicità al suo os e che stia unificando i propri servizi è in grado di porsi con facilità come egemone del mercato.
Apple continuando a produrre un ecosistema chiuso con grandi qualità ma con prezzi elevati contribuisce ad erodere le proprie quote nonostante il marchio sia molto forte. Con ecosistema chiuso si intende il fatto che Apple solo sfrutta il suo os e lo immette in device che progetta. Allo stesso tempo questo tipo di ecosistema consente di far dialogare con estrema facilità tutti i prodotti dell'azienda tra di loro e meno agevolmente coi prodotti di altri marchi. Basti pensare che la comunicazione via Bluetooth è permessa solo tra device Apple.
La Microsoft, dal canto suo, sta cercando di accrescere le proprie vendite grazie alla partnership in precedenza stipulata con Nokia che gli ha permesso di introdurre sul mercato device col suo os grazie al marchio Lumia. Dico in precedenza poiché Microsoft ha già avviato con successo l'acquisto del produttore (1). Cosa da non sottovalutare è il fatto che anche Microsoft abbia iniziato a pensare os per computer ed os mobile come un sistema interconnesso; già dall'interfaccia metro di Windows 8 si evince ciò. Bleckberry e gli altri produttori non riescono a tenere il passo dei primi.. 

iOS ed Android

I due sistemi egemoni hanno alla base concezioni differenti.
L'iOS viene implementato solo nei dispositivi mobili prodotti dalla Apple mentre Android viene distribuito a vari produttori. Quest'ultimo in casi particolari, esempio Cyanogenmod, può avere delle varianti sviluppate da terzi che possono essere implementate in molti dei device in circolazione con pratiche che vanno ad interessare la tutela di esigenze economiche dei soggetti ( garanzia ); oppure vi sono produttori che scelgono di usufruire di questi sistemi. Qualcosa di simile è possibile fare con l'iOS, con gli stessi vantaggi e svantaggi. I processi attraverso cui gli utenti riescono ad assumere un controllo maggiore del proprio smartphone,
modificandolo in gran parte a proprio piacimento, sono nel caso di Android il rooting mentre nel caso di iOS il Jailbreak. Come detto questi tipi di processi permettono modifiche al sistema operativo sostanziali da parte degli utenti ma intaccano il rapporto di garanzia tra utente e produttore.
Questi processi sono solo questo?
In vero tali processi se visti in ottica differente possono assumere connotazioni differenti.
Attuare questi tipi di procedimenti non è impresa ardua dato che in rete è facile reperire guide, file e consigli
su come procedere. Oggi il paradigma che vuole il consumatore mero fruitore di un prodotto non è in grado di rappresentare i rapporti di mercato. Oggi l'utente è sempre più in grado di intereagire con il produttore ed in particolare col prodotto. Non a caso Alvin Toffler nel 1980 conia il termine prosumer, il termine sottolinea il fatto che il consumatore allo stesso tempo consuma e produce.
iOS ed Android permettono entrambi di usufruire di app di terze parti tramite download. Spesso si nota
come gli sviluppatori si concentrino maggiormente sul primo os. Il download nel caso di iOS viene effettuato dall' AppStore mentre in Android è possibile effettuarlo dal Play Store oppure in altri store o siti. Quest'ultima pratica viene sconsigliata da Google poiché in questo caso le app non sarebbero "sicure". Il download di app dagli store ufficiali dovrebbe garantire all'utente di non incorrere in problematiche relative al loro utilizzo. Questo tipo di raccomandazioni garantisce alle aziende che la maggior parte degli utenti usufruisca dei propri store, ma le problematiche che possono interessare anche la nostra privacy restano.

Ambiente di sviluppo delle app

Lo sviluppo delle app può avvenire in diversi ambienti, alcuni di essi sono strutturati per la creazione di app
che possono girare su diversi os. Nel caso di iOS le app possono essere create nell'apposito programma di Apple: Xcode; un ambiente che permette di produrre, testare, aggiornare e monitorare continuamente l'app.
Nel caso si voglia creare un'app per Android è possibile utilizzare Eclipse che è un ambiente di sviluppo open source a cui è possibile aggiungere un plugin creato da Google oppure scaricare Android Studio che è l'ambiente di sviluppo ufficiale dell'azienda. I programmi suddetti in tutti e tre i casi necessitano da parte dell'utente della conoscenza di linguaggi di programmazione. E per chi volesse provare ma non ha tali conoscenze? Sarà possibile utilizzare Appypie, G!makeapp o Touchdevelop. Con Appypie è possibile creare app per iOS, Android, Blackberry e Windows. G1makeapp ci permette di produrre app per iOS, Android e windows mobile e desktop. Touchdevelop consente di creare app per iPad, iPhone, Android, Mac, Windows mobile e desktop. Volendo è possibile utilizzare Mit App inventor che è uno strumento online appositamente creato per lo sviluppo di app Android.

Appstore

Chi non ha avuto entrambe le esperienze d'uso, forse, non sa che anche gli store si basano su concezioni
differenti. Andiamo per ordine.
Le direttive date dalla Apple (2) ai possibili sviluppatori sono chiare e dirette: le app devono essere funzionanti, funzionali e stilisticamente conformi per quanto riguarda l'interfaccia iOS ( iOS Human Interface Guidelines ). La Apple è completamente padrona dell'ecosistema che ha creato. Le app vengono preventivamente testate e poi successivamente, se approvate, immesse nello store. Con questo tipo di pratica si riesce in questo modo a mantenere un livello qualitativamente alto, tutelando gli interessi dell'impresa ma anche del consumatore ( no spam, no ads invasivi, etc. ), ma anche di bloccare a monte l'introduzione di app potenzialmente concorrenti di quelle Apple. Il rigetto di app viene demandato al giudizio inappellabile di Apple. Una curiosità, questo forte controllo permette di testare app che possono migliorare sensibilmente l'utilizzo del device e da ciò può derivarne un acquisto della stessa da parte dell'azienda, in modo da implementarla all'interno del codice di iOS. 

Play Store

Nel Play Store le cose vanno diversamente.
Gli sviluppatori possono inserire la propria app all'interno dello store Google con molta più facilità. Vi sono linee guida da parte di Google (3) ma non un preventivo test delle app e questo quindi permette la presenza di app poco funzionali o anche di possibili malware. Per evitare il download di possibili malware l'azienda ha deciso di implementare un sistema automatizzato che sia in grado di scansionare l'app durante l'installazione. Questo però  non elimina la minaccia. Per questo Google sta provvedendo ad espandere questo servizio implementando un monitoraggio costante del device che, anche in caso di download esterno allo store ufficiale, ne permetterebbe la messa in sicurezza. Il fatto che questo os venga implementato in differenti dispositivi prevede anche una maggiore accortezza da parte dello sviluppatore che dovrebbe tenerlo presente. A volte ciò non accade. Non è detto che una stessa app sia ugualmente performante su differenti dispositivi.

Per concludere

Riprendiamo per un attimo la questione delle app "sicure" e delle problematiche che possono esserci. All'avvenire del download di app gli store si comportano in modo nettamente differente. Il primo ne permette un download immediato mentre il secondo mostra una scheda in cui l'utente può osservare i permessi che l'app richiede per il "funzionamento". Questo è causato anche dal fatto che gli store applichino politiche differenti. Si ingenera in questo modo una problematica non da poco: se nell' App Store vengono testate le app a fondo ( anche i permessi che richiedono ); nel Play Store, non essendoci questo test, le app possono ottenere permessi non necessari per il loro funzionamento?
Si questo è possibile. Spesso si può notare come app dalle funzioni base ( app di sfondi, lettori rss, etc. ) prevedano fin troppi permessi. Si vengono ad innestare problematiche inerenti alla privacy.
Perché una semplice app dovrebbe avere un accesso così vasto ad un dispositivo?
Siamo sicuri che il monitoraggio o test scoraggino pratiche irresponsabili da parte degli sviluppatori?
Snapchat, app per iOS ed Android, ha subito nel dicembre scorso una breccia nel proprio sistema che ha reso possibile  la fuoriucita di 4.6 milioni di dati relativi ai propri utenti. Viber non proteggerebbe i dati degli utenti tramite criptografia. Questi due esempi mostrano con facilità che il download di app dagli store ufficiali non garantiscono nella totalità la protezione dei nostri dati da determinate pratiche. Quindi anche il mito della sicurezza andrebbe a crollare. Ogni singolo utente deve far i conti con questi possibili inconvenienti.

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