mercoledì 21 maggio 2014

Quando è l’oggetto a guardare e non l'uomo

Le esperienze scientifiche e artistiche esplorano le potenzialità espressive e comportamentali dello sguardo e dell'attenzione e ci inducono a misurarci con interfacce sempre più umane.

In particolare l'animatronica è la tecnologia che utilizza componenti elettronici e robotici per dare autonomia di movimento a soggetti, specialmente pupazzi meccanici.

Di seguito un oggetto di design e una opera artistica ridisegnano la relazione tra umani e non umani, negoziano nuove connessioni con intelligenze artificiali, trasformando e ribaltando il rapporto tra il soggetto e l'oggetto.

Pinokio la lampada animatronica


Pinokio from adambd on Vimeo.

Ispirata alla famosa lampada Luxo della Pixar, ha qualità comportamentali ed espressive che le consentono di entrare in relazione con il suo ambiente.

In particolare Pinokio interagisce con le persone, riconosce i suoni, esprime una gamma di comportamenti dinamici, genera simpatie emotive, emulando molti tratti della vita animale e umana:

Pinokio ci indurrà a chiederci se è solo una lampada, se sia arrivato il momento di mettere da parte il libro per incontrare lei, il nuovo strumento di conoscenza, la lampada.

Classificata come la più intelligente e autonoma entità in circolazione, utilizza Processing, Arduino e OpenC ed è dotata di una webcam modificata per il riconoscimento facciale, un microfono e una serie di servomeccanismi.

L'animatrone di Jordan Wolfson

Come come Pinokio, anche l’animatrone di Jordan Wolfson esposto alla David Zwirner Gallery di New York dal 6 marzo al 19 aprile 2014, è dotato di evoluta tecnologia per il riconoscimento facciale e soprattutto di uno sguardo penetrante ed ambiguo, in grado di imporsi all'attenzione dello spettatore: cattura l’attenzione dell’essere umano con lo sguardo, con l’ambiguità, con l’evocazione simbolica.

In quanto macchina l’animatrone esegue un compito ben preciso: intercettare e seguire lo spettatore attraverso un gioco di sguardi riflessi, mentre la sofisticata gestualità delle mani e l’insieme dei segni simbolici completano l'operazione artistica, dal risultato inquietante per inchiodarlo ad una esperienza intima e individuale.

Dunque è lo sguardo che riconosce, scopre, distingue, individua, personifica e accorcia le distanze tra oggetto della conoscenza e soggetto.

Chi entra alla David Zwirner Gallery di New York, resta completamente assorbito dalla relazione con l'oggetto d’arte che è divenuto soggetto, poiché possiede uno sguardo, una voce, un corpo e una forma di intelligenza artificiale.

Gli oggetti riescono a attrarre e mantenere la nostra attenzione, un tema cruciale che abbiamo illustrato anche dal punto di vista economico.

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