giovedì 5 maggio 2011

La sfera pubblica in Rete

Una grande conseguenza dell' economia dell' informazione in rete, secondo Benkler, è la transizione da una sfera pubblica di massa a una sfera pubblica in rete. Questo cambiamento si basa sulla libertà crescente di partecipare come singoli individui alla creazione di conoscenza e informazione e sulla possibilità che una sfera pubblica emerga accanto ai mass media commerciali. I mass media commerciali tendono a selezionare le questioni di interesse pubblico tralasciando alcuni aspetti. Essi danno ai loro proprietari un enorme potere nello strutturare le opinioni e informazioni e questo potere può essere usato direttamente o venduto al miglior offerente.

La sfera pubblica in rete, invece, permette agli individui di comunicare agli altri le proprie osservazioni e punti di vista, evitando il controllo dei padroni dei media. Questo è un dato fondamentale, in quanto le piattaforme dei nuovi media permettono a chiunque d'introdurre un'opinione, una critica o una preoccupazione nel dibattito pubblico. Inoltre, stiamo assistendo anche all'emergere di approcci nuovi e decentrati per sorvegliare sugli attentati alla democrazia e per partecipare al dibattito politico e alla vita delle organizzazioni politiche. Questi approcci sono diventati componenti standard della costruzione della sfera pubblica; ma hanno forme chiaramente non commerciali; forme che non sarebbero state sostenibili prima della nascita dell'ambiente dell'informazione in rete (Benkler 2007, 12-15).

Nei concetti riguardanti la sfera pubblica esposti da Benkler vi è un'analogia con il pensiero di Clay Shirky.
Shirky in "Surplus cognitivo" ci fa notare come le nuove tecnologie abbiano apportato cambiamenti inaspettati al nostro modo di percepire la realtà. Il cambiamento non è tanto insito negli strumenti quanto nel nostro modo di "connetterci" agli altri, un desiderio che i media tradizionali non soddisfano in quanto rendono passivo l'individuo. Il fare-e-condividere presente in Rete, al contrario rende l'individuo attivo sia nel pensare che nell'agire e questo si evidenzia maggiormente nei dibattiti sulle questioni d'interesse pubblico.

Un esempio che fa Shirky riguarda il sito Ushahidi, che informa i cittadini sulle esplosioni di violenza etnica. Nel dicembre del 2007, in occasione delle elezioni, si era creata una forte contrapposizione fra sostenitori e oppositori del presidente Mwai Kibaki, e Ory Okolloh, un' attivista politica keniota, quando il governo vietò ai media tradizionali di dare notizia dei disordini, cominciò a denunciare le violenze nate da questa situazione sul suo blog, chiedendo inoltre ai suoi lettori di postare comunque il suo blog, con mail e commenti, eventuali testimonianze di ulteriori fatti cui potessero aver assistito. Questo esperimento ebbe un gran successo: le notizie cominciarono ad affluire numerose.
La novità della sfera pubblica in rete era questa: prima di Ushahidi, la gente veniva a conoscenza delle violenze solo se si trovava passarvi vicino; non esisteva un servizio pubblico cui i cittadini potessero rivolgersi per conoscere i luoghi pericolosi o per capire cosa stesse succedendo o per offrire aiuto. Ushahidi fu creato per aggregare un sapere disponibile ma disseminato per riunire conoscenze frammentate di singoli testimoni in un quadro nazionale (Shirky 2010, 14-16).

Questo ci fa capire come la rete ha avuto e, continua ad avere, un importante implicazione sociale anche nel mobilitare gli individui in difesa dei propri diritti. La Rete, quindi, si afferma come strumento democratico che dà maggior potere al cittadino, rendendolo meno passivo di fronte a chi detiene il potere.

1 commento:

  1. "Il fare-e-condividere presente in Rete, al contrario rende l'individuo attivo sia nel pensare che nell'agire" un esempio può essere l'attività svolta per redigere questo libro.. "Eccolo, il Facebook caffè, Il luogo dei pensieri. Ero lì all’erta, sulla soglia del web, in attesa che apparisse il libro del popolo del social network che per una settimana ha battuto Google, ed infine fu. Posso dire “sapevo che sarebbe arrivato?”

    Facebook caffè non è un manuale su Facebook, ma una raccolta di racconti scritto da chi lo frequenta, dagli autori utenti di fb, come cita la copertina." Leggi

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