mercoledì 15 giugno 2011

Comunicazione Open



L’open data (dati aperti) è un altro degli aspetti che dimostrano come il modo di fare informazione stia cambiando nell’era del web 2.0. Informazione sia da un punto di vista prettamente giornalistico che da un lato legato prettamente alla comunicazione istituzionale.

Open data journalism - Gli esempi più noti di sono riferiti naturalmente a progetti come quello di Wikileaks o a fortunate esperienze come quella inerente allo scandalo dei rimborsi ai parlamentari inglesi, emerso grazie a dati resi pubblici su internet e rielaborati dal The Guardian con il contributo dei suoi lettori online.

Open data Italia - Nel nostro paese, tra i progetti più interessanti spicca sicuramente Open Parlamento promosso dall’associazione Open Polis. Per l'Italia la nota dolente non arriva tanto dai progetti di informazione e comunicazione no profit promossi dai cittadini, ma dalla pubblica amministrazione quando parliamo di comunicazione istituzionale. Nonostante ci siano norme come la legge 241/1990 in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti Amministrativi” e la 150/2000 che disciplina le “attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni” non siamo un paese fatto per una pubblica amministrazione realmente snella e soprattutto trasparente.
Come denuncia Guido Scorza, presidente dell’istituto delle politiche dell’innovazione,  nonostante l’Italia sia prima in Europa in termini di messa a disposizione online di servizi pubblici, siamo gli ultimi in termini di utilizzo di tali servizi. Come è possibile tutto questo ? Scorza spiega il paradosso dicendo: “Stiamo infatti spendendo milioni di euro in programmi e progetti di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione (CEC PAC, PEC, Emoticons, certificati medici online, piani straordinari per la digitalizzazione della giustizia ecc) senza riuscire ad intercettare i reali bisogni e le vere esigenze dei cittadini che, per tutta risposta, continuano preferire - o forse sono costretti dall'inefficienza delle soluzioni informatiche sin qui elaborate a - mettersi in fila negli uffici pubblici e compilare pile di carta.

Pubblica amministrazione aperta - In tanti paesi europei, la pubblica amministrazione risulta essere tendenzialmente efficiente e soprattutto trasparente. Uno degli ultimi esempi è dato dal progetto del primo ministro francese François Fillon che con il portale www.data.gouv.fr renderà online una quantità enorme di dati prodotti dalla pubblica amministrazione francese. L’Italia per poter prender spunto da queste esperienze, potrebbe prestare attenzione alla seconda guida dell’associazione italiana per l’open government intitola “Come si fa Open Data” e presentata il 10 Maggio al ForumPA.

Come Si Fa Opendata Ver 2
 


La sfida della comunicazione – In un recente post di Ciro Pellegrino, storico redattore dell’ormai defunto “Il Napoli” (Gruppo E-Polis), evidenzia come la campagna elettorale del neo sindaco De Magistris sia sta impronta molto anche sull’idea di avere un comune trasparente al pari di un palazzo di vetro. Per la precisione, Pellegrino parla di comunicazione a 360°, toccando varie sfaccettature; una cosa è certa, la vera sfida per Napoli, oltre alla soluzione di problemi oramai storici, sarà proprio incentrata sulla comunicazione che poi è il vero tallone d’Achille di tutta l’Italia.

Avere una pubblica amministrazione veramente open, significa da un lato dare la possibilità ai cittadini di essere dei “cani da guardia della democrazia”, dall’altro di poter dialogare di più con gli stessi, in modo da migliorare i propri servizi senza doversi imbattere in una delle dodici fatiche di Asterix.

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