mercoledì 1 giugno 2011

Partecipazione nel consumare


Qualche post precedente abbiamo introdotto uno dei temi centrali (secondo me) dell’utilizzo della rete nella vita quotidiana: la partecipazione. Ci siamo chiesti se l’atomizzazione, che si è accentuata con l’arrivo dei media digitali, possa realmente spingerci lontani da una “cultura partecipativa” e abbiamo raggiunto la conclusione che i media digitali possano far nascere nuove forme di partecipazione prima sconosciute.
Il post si chiudeva con un interrogativo al quale cercheremo di rispondere con questo nuovo intervento. Ci chiedevamo se i new media ci facciano entrare in pratiche meramente di consumo oppure se queste pratiche sono anch’esse una nuova forma di partecipazione.
Ci troviamo di fronte ad un'innovazione dovuta alla frammentazione dei canali di trasmissione dei messaggi, in questo caso del consumo. Questa costringe il consumatore a dover selezionare i messaggi che gli arrivono da tante fonti per poi scegliere quello che a lui è più idoneo. Il consumo quindi non è più passivo ma si trasforma in forma dialogica tra i due attori principali: il consumatore e l'impresa. Un esempio di questo dialogo è stato il concorso della Friskies per scegliere la confezione dei nuovi biscotti per cani. Il consumatore è interamente coinvolto nel processo di produzione. Ma questo processo è possibile perchè trova il suo compimento in Internet.
La rete, infatti, implica l’idea di connessioni che si instaurano tra attori sociali diversi e complessi. Ecco che accanto alle forme tradizionali di mercato si affiancano nuove forme che prevedono anche una conversazione tra consumatore ed azienda. In Internet il consumatore in rete assume, quindi, il ruolo di “acquirente/consumatore/produttore di domanda” di un bene (o servizio) ma anche “produttore/venditore/generatore di offerta”dello stesso bene (Pitteri, 2010, pag. 12). Un esempio sono le foto, video e tanti contenuti che vengono immessi in rete la cui possibilità produttiva è la conseguenza della accessibilità. Questo fa nascere, così, una nuova forma di consumo: quello partecipativo. Colui che partecipa a questo processo è un consumatore attento, partecipativo, alla ricerca di empatia, che non ha paura di mostrare i suoi gusti e giudizi, a cui i social network hanno fornito spazio, riconoscimento e strumenti per esercitare il proprio potere di stakeholder.

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