Il fai-da-te ha sempre costituito la soluzione alternativa, spesso più economica ma non per questo meno valida, a quelle offerte dal mercato. Nell'era digitale, l'incontro tra la cultura del do-it-yourself (DIY) e quella collaborativa e partecipativa del web, ha dato vita secondo Chris Anderson ad una vera e propria rivoluzione industriale nella produzione dei beni materiali. Alla base di tale prospettiva rivoluzionaria vi sono alcuni strumenti tecnologici - stampanti 3D e scanner 3D - ed alcuni trend nati in rete - la cultura open source e il crowdfunding - che permettono a chiunque di produrre e distribuire un oggetto fisico a costi ridotti.
Nel suo libro "Makers. Il ritorno dei produttori. Per una nuova rivoluzione industriale.", Anderson evidenzia come il web abbia democratizzato gli strumenti di produzione rispetto all'economia capitalistica classica, sovvertendo il paradigma marxista basato sul possesso del capitalista dei mezzi di produzione, in quanto oggi tutti possono trasformare un'idea in prodotto fisico ed in questo modo essere proprietari di una "fabbrica personale". Il soggetto protagonista di questa rivoluzione è il Movimento dei Makers, nato di fatto nel 2005 con il lancio della rivista Make pubblicata da Tim O'Reilly. Questa community di appassionati del fai-da-te, secondo Anderson è caratterizzata da: